martedì 29 marzo 2011

Quando si cade dal pero...


Se la caduta viene intesa in senso letterale, l’effetto collaterale è generalmente una botta al sedere. Considerato però che di gente che, non avendo altro da fare, si arrampica su un pero non ne conosco molta, pensatela in maniera figurata. E, in questo caso, la conseguenza può essere ben peggiore di un ematoma coccigeo.

Caso 1

Sono settimane che il tuo ragazzo è distratto, lo senti lontano. Non ti guarda più come all’inizio, si è dimenticato del tuo compleanno e, quando camminate per strada, sta sempre due passi davanti o dietro a te. 
Una sera ti chiede di parlare. «Certo amore», gli rispondi sbattendo le ciglia. Perché, qual è stato il tuo primo pensiero?!  Ovvio! “Finalmente si è deciso e mi chiederà di sposarlo!” Le mani iniziano a sudarti e ripassi mentalmente le prove che da mesi fai alla sera davanti allo specchio, cercando di ricordarti l’espressione di stupore migliore che ti fosse riuscita.
Ora, non venire qui a piangere se il tuo Lui è stato così insensibile da dirti “voglio lasciarti” invece che “voglio passare il resto della mia vita con te”. Non è che lui è senza cuore, sei tu che sei scema.

Caduta dal pero = quando succede qualcosa che proprio non ti aspetti, qualcosa che ti spiazza e ti lascia molto più che perplessa, oserei dire sconvolta.

Caso 2

Lui ti cerca, ti chiama, insiste per accompagnarti a casa e aspetta che entri dal cancello per spegnere la macchina e mettersi comodo sul sedile. Fa la guardia davanti alla tua finestra tutte le notti, sai mai che arrivi un ladro o qualcuno che vuole avvelenarti il cane.
Parla di te in continuazione (lo sai perché te lo dicono le tue amiche e lo leggi anche su Facebook), quando siete fuori con gli amici non fa che fissarti, si siede sempre di fianco a te, ti difende a spada tratta in qualunque discussione. Ieri si è tatuato il tuo nome sul polpaccio.
Una tua amica ti chiede: «Hai deciso cosa fare con Lui?»
E tu le rispondi candidamente: «In che senso?»
«Nel senso se ci stai o no!» (l’amica non cade nel volgare).
«Perché, dici che gli piaccio?!»

No, ti scrive sedici messaggi al giorno perché ha il cellulare nuovo e così impara ad usare il touchscreen. 
Porta a spasso il tuo cane tutti i giorni perché adora gli animali e sua madre non gliene ha mai comprato uno e ti fa un regalo alla settimana perché non sa proprio come spendere quei 700 euro al mese che guadagna. Ma ci sei o ti fai??

Caduta dal pero = molto simile alla prima accezione, indica uno scontro con la realtà, uno “svegliarsi” dal torpore del proprio mondo fatato.


Caso 3

Sta piangendo. La tua amica sta piangendo, disperata, inconsolabile.
«Che succede?» le chiedi preoccupata.
«Ho un ritardo!» confessa con tutta la disperazione di cui è capace.
«Cavoli, questo sì che è un problema. Ma scusa, quando può essere successo?» domanda plausibile.
«Non lo so, fammici pensare… » risposta che a tuo avviso richiederebbe al massimo 4 secondi. «Bé, dunque, potrebbe essere stato il 9 sera, oppure la mattina del 10, quando si è fermato a dormire da me. Oppure il 12, dopo quella festa da Gioia, ti ricordi? Se no un paio di giorni dopo, che ero a casa da sola. O anche il 17, sai per esorcizzare la sfiga, sai mai….» e avanti così per un paio di minuti buoni.
«Scusami, ma non avete usato precauzioni?» le chiedi aggrottando le sopracciglia.
«Bè, no. La pillola mi fa ingrassare e non esiste che la prendo di nuovo. Il preservativo, che schifo, si commenta da solo, tanto vale non farlo allora. Che altro c’è? Ah sì, il cerotto: stesso discorso della pillola, fammi un piacere! E spirale e diaframma, quelle cose lì non fanno per me!»
Ora tu, cercando di far ritornare il mento alla posizione originaria (causa caduta improvvisa e involontaria, accompagnata da un’espressione degli occhi manco avessi visto la Madonna di Fatima), le chiedi: «E quindi? Come facevate?»
«Bé, ovvio, lui ci stava attento, no?»
Certo, ci stava attento. E tu scema che prendi la pillola da dieci anni e spettegoli ogni giorno con la tua migliore amica, Ritenzione Idrica. Tu stupida che, quando facevi una pausa dalla pillola, compravi 5 scatole di profilattici perché “non si sa mai quando può capitare”… potrei continuare così per interi paragrafi, ma mi fermerò qui.
Lei conclude dicendo: «Cavoli, non so cosa fare. Non avrei mai voluto dover andare in farmacia a comprare un test».

Caduta dal pero = rendersi conto di qualcosa che è evidente per chiunque altro. Nello specifico caso e secondo il mio più che modesto parere, è sinonimo di totale deficienza. 

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