sabato 26 marzo 2011

Ad ognuna le sue

Avete mai sentito la frase che dice: “Quando Dio distribuiva…. lui era in bagno”? Immagino di sì. Almeno una volta nella vostra vita qualcuno ve l’avrà detta. Bene, ora la sentirete anche da me.
Dunque, potrei iniziare dicendo: “quando Dio ha distribuito le tette, io ero a pettinare le bambole”. E m’hanno detto che ero in buona compagnia.
Chissà quanti bambolotti con i capelli perfettamente in ordine sono stati maledetti da quelle povere donzelle che, arrivate alla pubertà, hanno atteso invano davanti allo specchio che la propria pianura desolata si trasformasse all’improvviso in un paio di dolci colline, con la speranza ancora più forte che le suddette diventassero presto vette spioventi da fare invidia alle Dolomiti. Ecco, io non sono rimasta alla pianura né arrivata alle montagne. Diciamo che mi sono fermata sui primi colli per assaporare l’aria fresca e il mio corpo deve averci trovato la temperatura ideale, perché da lì non s’è più scollato.  

Devo ammettere che ero partita piuttosto bene: in prima media il mio soprannome era “airbag” e non era ironico. E di cosa ti lamenti, mi chiederete?! Avete presente le vostre compagne di classe a quell’età? Quante tettone potete contare? Scommetto saranno al massimo due, e solo perché tutte le altre avevano ancora il fisico che sfoggiavano a 6 anni. 
In prima media, io potevo vantare un’ottima seconda misura. Peccato che all’epoca non me ne potesse fregare di meno (anzi era imbarazzante quel soprannome da portare) e, peccato ancora più grande, non so chi abbia deciso che lì mi dovevo fermare. Niente da dire, per carità. Ma quando, verso i 15-16 anni, alcune mie amiche sono letteralmente “scoppiate”, io e il gruppetto delle altre povere illuse ci siamo strette in un triste abbraccio (metaforicamente) e abbiamo pianto in silenzio (letteralmente).

Quindi, eccomi qui, a quasi trent’anni, ancora non convinta di aver raggiunto la completa maturazione fisica.. Eh sì, perché dove sta scritto che qualcosa non può ancora cambiare?  Mica c’è un limite alla provvidenza divina, no?! Beh, almeno lasciatemi una pia illusione, che male fa?
Comunque, se vogliamo dirla tutta, non è così male avere poche tette. Intanto, meglio poche ma buone e mai detto fu più veritiero. Avere una quinta, ma sentirle sbattere contro l’ombelico ad ogni passo non è poi questa gran conquista!


È risaputo che il seno più bello è quello a coppa di champagne, no?

Non di certo ad insalatiera o a boccale di birra! Per carità!
Quindi, vi prego, andiamo fiere delle nostre bellissime porta cocktail (che – a dircela tutta - sono molto più raffinati della birra)!





La più grande consolazione? Noi possiamo mettere di tutto: maglie accollate, scolli vertiginosi, scolli all’americana, a cuore (e chi più ne ha più ne metta) senza mai sembrare volgari. Giusto?!


             Belle, per carità, ma…. Andiamo!!!











Quindi, ragazze, immoliamoci sull’altare del buon gusto e andiamo fiere delle nostre fresche colline!

   

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...